05 dicembre 2010

Capitolo secondo (prima parte)

Eccoci qui con la prima parte del secondo capitolo: essendo lunghetto sarà diviso in tre.
Intanto i lavori sul secondo tomo continuano. Non dico che sarà pronto a breve, però facciamo progressi...
Buona lettura!


Capitolo secondo (prima parte)

Lo studio di Gerb Prekkajnel, Duca di Briegel, era una stanza piccola e spoglia. Una grande finestra di vetro colorato gettava, nei giorni soleggiati, una considerevole quantità di luce su una tavola massiccia, dietro cui campeggiava un pesante scranno di legno dalla comoda imbottitura di pelle.
Quella sera però, a causa del buio all’esterno, la finestra rifletteva soltanto l’immagine un po’ distorta del figlio del Duca.
Joze Prekkajnel tirò indietro le spalle squadrate e cercò di far prendere una qualunque piega ai suoi biondi capelli ribelli. Poi si passò una mano sul viso ben sbarbato e si massaggiò le guance. Gli occhi nocciola esprimevano una punta di apprensione. Suo padre di rado lo convocava dopo cena e non era mai per motivi piacevoli.

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26 novembre 2010

Emilia, via maestra


Un uomo che attraversa la città in inverno per cercare una cura per la moglie malata, il ricordo di un’estate dell’infanzia, un simpatico equivoco, una leggenda legata alle fave, le malinconiche atmosfere di una balera e, ancora, le disavventure di un uomoper portare un dono speciale al suo Duca, un conflitto generazionaleall’epoca del Ventennio Fascista….questo e molto altro in EMILIA, VIA MAESTRA dell’associazione di scrittori modenese “I SEMI NERI” , Damster edizioni 12 euro). Gabriele è presente col racconto “Il DONO” di cui qui di seguito ecco l’incipit:

L’uomo tirò le briglie, per costringere il cavallo a fermarsi un’ultima volta. Il grosso animale da tiro sbuffò e il suo fiato caldo formò piccoli sbuffi candidi, nell’aria fredda del mattino. Una leggera bruma trasudava dalla campagna grassa avvolgendo alberi, campi coltivati, cappelle, in un sudario latteo e indefinito. Da qualche parte, un cavallo scalpicciò sulla strada indurita dal freddo. Modena era pietra che galleggiava sulla nebbia, dominata dalla slanciata mole della torre campanaria e dal Palazzo Ducale, che ne chiudeva nobilmente il profilo, come un elegante drago di pietra addormentatosi in un lungo sonno.

Il cavallo si mosse stancamente sulla strada che conduceva verso Carpi, la stessa che Francesco V e la Brigata Estense avevano percorso l’11 giugno 1959, quando il Duca era andato in esilio.

11 novembre 2010

Capitolo primo (seconda parte)

Questo post contiene la seconda parte del primo capitolo del primo libro. Lo so, lo so, avevamo detto che prima avremmo finito i personaggi, ma siamo nel pieno della stesura del secondo libro e il lavoro si sta facendo febbrile, per cui pubblicare parti del testo è molto più facile. E' possibile che decideremo di pubblicare anche il secondo capitolo in due o tre parti prima di concludere con la presentazione dei personaggi, non odiateci troppo.
Comunque si vedrà, intanto beccatevi questa altra succulenta lettura!


Capitolo primo (seconda parte)

“Ottimo lavoro, figlio mio” Disse Ghad X. Si trovavano nello studio privato del sovrano. Era una stanza quadrata con un lato di circa sei passi, con eleganti arazzi alle pareti, raffiguranti scene di caccia. Padre e figlio sedevano su cuscini e tappeti, come usava nell’aristocrazia di Addoneis. Una schiava aveva portato ottimo vin tramonto che Cherphin e suo padre stavano sorseggiando con gusto. Il giovane Teophan aveva appena concluso un incontro con l’Assemblea degli Uguali, cioè il grande consiglio allargato dell’aristocrazia, istituito da Klios il Santo. Gli Uguali avevano accettato le decisioni del consiglio ristretto.
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28 ottobre 2010

PRESENTAZIONE FRANCIGENA





PRESENTAZIONE  CON GLI AUTORI ALLA MOSTRA MERCATO DEL TARTUFO MODENESE A MONTEFIORINO





Sabato 30 ottobre alle ore 18.00 
presso la Tenda Spettacoli, in p.za Marconi







VI ASPETTIAMO!!! ;-)

17 ottobre 2010

CAPATOSTA

Il 30 settembre sono scaduti i termini del concorso indetto da Kultvirtualpress per racconti e immagini derivati da uno dei racconti di “Bestiario Stravagante”. Ci tengo molto a ringraziare la redazione che mi ha offerto questo spazio e in particolare Marco Giorgini che ha lavorato attivamente alla realizzazione di detto concorso.
Ahimè, devo dire che la partecipazione è stata davvero esigua. D’altronde la concorrenza, a livello di concorsi letterari su internet è molto agguerrita e comprendo che l’offerta di una copia del mio libro (a fronte di chi offre in premio, magari, la pubblicazione di una selezione dei racconti pervenuti in un’antologia cartacea…) sia risultata scarsamente appetibile.
Che dire… peccato!
Ma veniamo ai risultati.
Di “opere visive” non ne è arrivata, ahimè, nemmeno una per cui il premio di quella sezione rimane inassegnato.
Per quanto riguarda invece la sezione “racconti” sono molto felice di assegnare la vittoria ad Antonio Liccardo con il racconto “Capatosta – parti extra/director’s cut de ‘La Cantina’ ”).
A seguire il testo: buona lettura!


Capatosta
(parti extra/director's cut de La Cantina)

Il tipo lasciò il bar ricambiando il saluto con la stessa gentilezza del gestore del locale che gli mostrò un sorriso compiaciuto e lo osservava insistentemente, quasi con goduria.
Il gerente sorrideva ancora quando, una volta solo, prese la cornetta del telefono e compose un numero.
- Non ci crederai, ma ne ho trovato uno ed è quello che fa per te.
- Fa per me – ripeté colui all'altro capo del filo – e per te?
- Dài, che prenderai due piccioni con una fava.
- Addirittura?
- Certo, certo: così tu ti divertirai come desideri, e i piccoli staranno a posto per un altro mesetto almeno.
- Caro mi costa questa doppia soddisfazione, o sbaglio?
- Sbagli. Ti costa poco, anzi non ti costa nulla.
- Fammi indovinare: è per la tua collezione.
Il barista, con voce estasiata, disse: - Sì! E' perfetto per quest'anno, vedessi che...
- Okay, okay, non mi raccontare i particolari. La mania è la tua.
- Ehi, porta rispetto al sindaco della tua città! Il mio è uno studio scientifico personale e...
L'altro tagliò corto: - Va bene, dimmi cosa devo fare.
- Dagli le chiavi, quest'è.
Incredulo, quello all'altro telefono stette in silenzio per un po' e poi domandò: - Le chiavi... della casa?
- No, del trerruote. Certo, della casa, di quella casa.
- E come hai fatto?
- È uno di città. Gli ho detto del silenzio che per lui può essere un problema, ma è stato ancora più contento. Vuole fare lo scrittore.
- Uno di città, eh: tenero tenero...
- e capatosta!
E risero di gusto.
- Mi ha detto che da piccolo stava sempre qui coi genitori, ma chi se li ricorda.
- Devo chiedere ai piccoli se si ricordano loro.
E di nuovo risate.
Poi il sindaco/barista salutò l'altro e riattaccò. Si fregò le mani e pensò che doveva essere un ottimo pezzo da anno 2010.

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Il tipo salutò da lontano il proprietario della casa che, sulla porta, picchiettava irrequieto le dita su un bicchiere di whisky.
Quando quello fu abbastanza lontano, il padrone acciuffò le chiavi dell'auto dal mobiletto all'entrata e si avviò fuori di casa. Si mise nel veicolo, e partì.
Pochi chilometri dopo arrivò a un'abitazione grande, silenziosa, ben tenuta. Vuota. Ne aprì il cancello del cortile e una volta dentro fece uscire da una casetta da giardino due sdraio che spiegò e un pallone da volley che lanciò sotto al canestro.
Entrò in casa, dal salone passò in cucina dove prese una porta e scese in cantina.
Accese la luce e una montagna di carne ricca di cicatrici si avventò contro di lui. Gli lanciò contro una proboscide lucida lunga un braccio e due cicatrici si strapparono e rivelarono occhi grossi quanto un limone, famelici.
Il padrone di casa si afferrò la catenina che aveva sotto la maglia e la espose. Una pietruzza di colore verde screziata di raggi e stelle dorati. Brillò.
Il pallido essere ritrasse la proboscide orripilato e dalla trombetta che aveva sulla nuca partì un fischio liquido. Rimase fisso e tremava così tanto che sembrava ribollisse.
Da un angolo della cantina, dietro uno spesso armadio, fecero capolino altre tre creature identiche, prive però della proboscide ma con un appendice dentata a forma di spinotto elettrico.
- Calma: sono io - precisò il padrone, che allungò una mano, tenendo l'altra ben salda sulla pietra al collo. Accarezzò quella massa sformata che a poco a poco placò il suo tremolio. Le altre tre si avvicinarono a quella con la proboscide e furono carezzati anch'essi.
- Ho una sorpresa per tutti voi, ma ho bisogno della vostra partecipazione – disse, e da una tasca del pantalone prelevò quattro pietre di colori diversi ma brillanti come quella che portava al collo.
Ne poggiò ognuna sulla punta delle sacche di carne, le quali allargarono la cicatrice più lunga e ingollarono i minerali.
Cominciarono a gorgogliare, sbuffare, sciogliersi per poi ricomporsi, prendere qualsiasi dimensione e poi soffermarsi in forme stabili. Il proprietario intanto si avvicinò all'armadio e lo aprì.
Uno di quei cosi divenne ciò che somigliava a un maschio umano grosso di costituzione, gli altri ammassi divennero una figura femminile matura e uno che sembrava un bimbo piccolo. L'entità con la proboscide stava divenendo la stessa figura femminile ma in scala ridotta.
Più passavano i minuti più si definivano. Erano nudi.
- Vestitevi con questi – il padrone lanciò loro degli abiti prelevati dall'armadio.
Disse al maschio che stava crescendo ad altezza uomo: - Quando andate via, portagli via ciò che può fare rumore qui vicino. L'ultima volta non si è sentito nulla.
In risposta ricevette un impercettibile cenno della testa che andava pian piano allontanandosi dal corpo grazie a un collo dapprima piatto, poi taurino, infine più lungo.
Indicando la porta della cantina - Ti sta aspettando il sole che ti piace tanto - fece alla femmina più grandicella, dal capo della quale stavano zampillando sottili fili lunghi che assumevano sempre più il colore del grano.
- A te, indovina: è in giardino, è rotonda, fatta di pelle lavorata ma non è una testa umana mozzata. Cos'è? - e il più piccolo umanoide capì, abbozzando ciò che sembrava un sorriso a lato di una cicatrice che si stava gonfiando a mo di labbra.
Alla donna giovane in via di composizione declamò – Tu sarai la star di questo film – e le diede un pizzicotto su quella che stava per delimitarsi come guancia – e io mi occuperò della location.

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Il tipo per poco non incontrava il proprietario della casa: il primo andava via, il secondo arrivava in auto, rimorchiando una betoniera.
Quello che emulava le fattezze di padre era in attesa al cancello, la madre si godeva il sole su una delle sdraio, il più piccolo calciava ripetutamente la palla di pallavolo contro il muro e la giovane saltò dalla sua sdraio per avvicinarsi al padrone, visibilmente impaziente.
- Non stai nella pelle, eh? A proposito, visto che siamo pronti – lui agitò una cazzuola che aveva in mano – mi dovresti qualcosa.
Lei chiuse gli occhi, inspirò profondamente e sputò a terra un grumo di colore bianco. Il padrone lo raccolse dall'erba del cortile, lo pulì e ne rivelò il sassolino colorato che le aveva fatto inglobare giorni prima.
La ragazza iniziò a perdere consistenza.
- Su, su: non c'è tempo da perdere – e la trascinò con se in casa.

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Il tipo venne spinto nell'enorme bocca dell'essere con la proboscide, con gli innumerevoli tentacoli che ne fuoriuscivano.
Il proprietario della casa guardava incantato la scena, giocherellando con tre pietre colorate in una mano e quella pendente al collo con l'altra.
- È tenero come piace a te, direttamente dalla città.
Dalle scale di legno discesero veloci gli altri tre componenti della famiglia che erano a uno stadio di decomposizione avanzato, e attendevano impazienti intorno alla massa dalla quale si udiva uno scrocchiare di ossa.
Il padrone pochi minuti dopo ordinò: - Okay, ora mi lasci il pezzo. Succhialo e sputamelo.
Il sacculo gigante si fermò per un attimo, ruotò alcune delle sue lingue appiccicose, risucchiò potente e sputò a terra il teschio impeccabilmente ripulito del tipo che si era recato in quell'abitazione perché voleva diventare uno scrittore.
Il padrone lo raccolse, lo fissò.
Le altre tre creature ritornarono allo stato di cumuli di carne. Affondarono la propria spina di denti nel mucchio carnoso che si stava nutrendo, e cominciarono e succhiare.
- Bravi i miei piccoli, bravi – si compiacque e se ne andò, passando accanto a una telecamera con una luce rossa accesa.
A notte fonda il proprietario della casa bussò a una porta con la pomposa targhetta "sindaco".
Fu nella villa e poggiò un sacchetto sul tavolo che il sindaco impaziente lo portò via, dirigendosi in una stanza che recava fuori una scritta: "evoluzione".
Domandò senza vero interesse – Com'era l'inquilino?
- Tenero tenero.
Il sindaco raccolse il teschio e gli batté rumorosamente le nocche sul cranio.
- E capatosta!
Si sganasciarono dalle risate; il sindaco poggiò il reperto osseo su un mastodontico scaffale ligneo, accanto a centinaia e centinaia e centinaia di teschi.

14 ottobre 2010

Capitolo primo

Eccoci, come promesso, a pubblicare un largo estratto (circa la metà) del primo capitolo de "Le sorgenti del Dumrak" libro primo della saga di Finisterra. Il capitolo è a firma Gabriele Sorrentino.
Buona lettura!

CAPITOLO PRIMO

Il tramonto incendiò il Mare Ceruleo di sfumature vermiglie, allungando ombre cupe sui Simulacri mentre le prime lampare già si intravedevano all’orizzonte.
Cherphin Teophan, primogenito di Ghad X imperatore di Addoneis, lanciò un ultimo sguardo alla capitale dalla terrazza dei suoi alloggi prima di recarsi alla sala del Trono di Porpora per incontrare suo padre e i membri del consiglio ristretto. Indossò il mantello nero dal collo purpureo con l’emblema dei Cavalieri Argentati, il muso ringhiante di un lupo circondato da tre spade di foggia diversa. Sotto di lui si estendeva la Capitale dell’Impero, circondata da possenti mura di pietra. Addoneis era adagiata sulle coste del Porto Canale, un golfo strettissimo protetto dal possente Baluardo di Fortebraccio, costruito tra le due rive, le cui grandi grate potevano chiudere l’accesso al porto e alla città.

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23 settembre 2010

Back to future

Rieccoci qua, infine. Gli ultimi rantoli dell’estate si estinguono (che brutto!) e il blog di Finisterra riprende il suo corso. Sono passato due mesi dell’ultimo aggiornamento e forse qualcuno di voi cominciava a chiedersi se ce ne sarebbe mai stato un altro o se Finisterra fosse uno di quei progetti destinati a morire in culla. La risposta naturalmente è che il progetto di Finisterra non solo è vivo e vegeto, ma nelle segrete stanze di Xomegap, AVANZA. Durate questa lunga pausa estiva non siamo soltanto andati al mare, ma ci siamo dedicati fortemente al nostro straordinario mondo. Siamo infatti lieti di annunciarvi che abbiamo da poco concluso di raccogliere tutto il materiale per il secondo libro. Proprio in questi giorni io e Sara stimo cominciando la lettura che darà il via al processo di editing. Faccio fatica a ipotizzare quanto tempo manchi alla conclusione di questo secondo libro, tutto dipenderà da quanto, leggendo, ci renderemo conto di essere lontani dalla meta, ma credo di poter ipotizzare che in primavera anche questo secondo capitolo della saga avrà una sua versione definitiva.


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27 luglio 2010

Concorso Bestiario


Kult Underground ha indetto un concorso che consiste nell'effettuare un opera grafica (es.: disegno) o scrivere un racconto derivando l'idea da una delle storie di Bestiario Stravagante. Chi è interessato può scaricare la versione e-book dal mio sito (innerlandscape.altervista.org) piluccarselo un po’ e poi… farsi venire un’idea! Il concorso è articolato in due sezioni: una per la grafica e una per la narrativa e al vincitore di ciascuna andrà una copia cartacea del libro.
Il bando scade al 30 settembre.
A questo link potete trovare il bando completo del concorso, mentre a quest’altro link potete leggere la recensione che Kult Underground ha fatto del mio libro.
Inoltrate la notizia!

06 luglio 2010

I protagonisti: Talìa Na'imah


Una brevissima nota: con questo post il blog di Finisterra va in vacanza. Arrivderci a settembre!

Figlia di un guerriero dell’esercito imperiale e di una sacerdotessa, rimasta orfana di madre al momento della nascita, e del padre a seguito di uno dei numerosi scontri con i briganti delle montagne, da quel momento fu allevata nel tempio come sacerdotessa.
Più somigliante al padre come temperamento, chiese, fin da bambina, di poter ricevere anche un’istruzione all’arte del combattimento divenendo così un’abile guerriera.
La sua fede è salda, ereditata dalla madre, perché il passato di sangue del loro paese ha ormai dimostrato quanto gli uomini siano fallaci nel guidare altri uomini.

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13 giugno 2010

Le religioni di Finisterra


Fin dalla comparsa delle prime tribù, i popoli di Finisterra adorarono per millenni i Cento Dei.
Incarnazione del potere degli elementi e delle forze della Natura, essi venivano invocati per proteggere, per prosperare, per maledire.
Thiln, la Dolce Madre Terra, era la divinità che proteggeva le donne incinte, Nat-Hura, il dio pesce, veniva invocato per tornare dal mare con le reti piene, Maan era il dio che proteggeva i focolari domestici.

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23 maggio 2010

PROLOGO


E' stata dura ma alla fine ci siamo decisi.
Quello che state per leggere è il prologo del nostro romanzo, le prime pagine di: "Finisterra I - Le sorgenti del Dumrak".
Come vedrete il libro comincia subito "in medias res": un bambino viene svegliato nottetempo dal nonno, nel bel mezzo di un attacco al villaggio. Un incipit allo stesso tempo cruento e poetico, scritto da Simone Covili.
Che dire? Speriamo fortemente che vi piaccia, nonché vi incuriosisca abbastanza da continuare la lettura!

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19 maggio 2010

XOMEGAP - SCHIUMA E LETTURE


Domani ore 21:00 presso lo stand "LA GRANDE SCHIUMA" alla fiera annuale di Castelnuovo Rangone, XOMEGAP presenterà BESTIARIO STRAVAGANTE di Massimiliano Prandini e leggerà in anteprima alcuni stralci del nuovo progetto fantasy FINISTERRA

Presso la stand è possibile degustare svariate birre artigianali Italiane e non solo!
VIA SPETTIAMO NUMEROSI

06 maggio 2010

L'AFFAIRE RICCI - PRESENTAZIONE

VERRA' PRESENTATO GIOVEDI' 13 MAGGIO
ALLE ORE 21:00 PRESSO LA SEDE DELLA CIRCOSCRIZIONE CENTRO, PIAZZA REDECOCCA - MODENA
IL SAGGIO DI GABRIELE SORRENTINO:

L’Affaire Giuseppe Ricci: perché una Guardia Nobile di Francesco IV è ricordata sul monumento di Ciro Menotti


Il volume racconta la storia di questo sfortunato aristocratico, spogliandola dalle sovrastrutture ideologiche che hanno caratterizzato altri testi sull’argomento e mostrandoci il volto nascosto e bifronte del Risorgimento modenese, fatto di grandi ideali e miserie umane.

Quello di Giuseppe Ricci è un complesso caso giudiziario che coinvolse alcuni degli uomini chiave del governo di Francesco IV, come Girolamo Riccini, Ministro del Buon Governo e il famigerato Principe di Canosa. Giuseppe Ricci si trova sul monumento di Ciro Menotti perché, accusato di aver ordito una congiura per uccidere il Duca e catturare la Duchessa Maria Beatrice di Savoia, venne fucilato il 19 luglio 1832. Riabilitato nel 1865 da una corte dell’Italia Unita, venne trasformato in un simbolo di quella rivoluzione liberale che lui, duchista convinto aveva di certo osteggiato. Per questo motivo nel 1911 si vide dedicare una delle vie che partivano da Largo Garibaldi e che nel 1945 venne rinominata Viale Virginia Reiter.

Il libro è arricchito da due utili appendici, la prima poetica, la seconda riguardante la Cappella Ricci di via Finzi (già Stradello Soratore).

RICORDO ANCORA CHE LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO AVVERRA' 13/05/2010 ALLE ORE 21:00 PRESSO CIRCOSCRIZIONE CENTRO, PIAZZA REDECOCCA - MODENA

20 aprile 2010

Il Bestiario è uscito!


Ciao a tutti, è con molto orgoglio che vi annuncio ufficialmente che “Bestiario Stravagante”, la mia raccolta di racconti horror, è ufficialmente disponibile. Potete acquistarlo in formato cartaceo dal sito di Damster e presto sarà disponibile anche su ibs, ma potete anche scaricarne la versione integrale gratuita dal mio sito internet personale da questa pagina.
Perché dovreste comprarlo se potete scaricarlo in versione integrale gratuita?
Non lo so… perché è un bell’oggetto?
Perché è più pratico da leggere?
Perché una parte del ricavato andrà in beneficenza?
Se trovate qualche buona ragione fatelo, altrimenti scaricatelo e leggetelo e basta. Prima di effettuare il download magari leggete la pagina a cui vi mando e troverete tanti modi di supportarmi in questa mia iniziativa con pochissimo sforzo e a zero spese: tutti infinitamente graditi.
In più, chi ne avesse voglia può venire a vedere il reading di domenica 25 aprile in cui tre amici attori (Chiara Betelli, Enzo Francesca e Davide Cambi) leggeranno alcuni dei miei racconti.

L’appuntamento è alle ore 15 in fiera campionaria di Modena, area libri.
L’ingresso è gratuito.

11 aprile 2010

Il blog di Finisterra compie sei mesi

Eh già. Sembra ieri che abbiamo cominciato e invece siamo on-line già da metà anno.
Come va questa nostra avventura? Direi bene, considerando che parliamo dell’ambientazione di un romanzo che a tutt’oggi nessuno ha letto. Abbiamo ottenuto un po’ di attenzione da alcuni siti specializzati, e consolidato un non grande ma agguerrito zoccolo di visitatori interessati che, anche se non molto ciarlieri nei commenti, ci hanno lasciato nella buca delle lettere vari e graditissimi attestati di stima.

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21 marzo 2010

I protagonisti: Joze Prekkajnel


Joze Prekkajnel ha 26 anni ed è il primogenito di Gerb Prekkajnel, Duca di Briegel. Cresciuto all’ombra di un padre poco propenso a delegare il potere, non ha ancora avuto occasione di dare prova del suo valore, tanto che esso risulta spesso e volentieri un incognita anche per lui stesso. Di carattere aperto e guascone, ama comunque i banchetti e la caccia più dell’amministrazione del feudo. E’ un discreto schermidore, disciplina che pratica però essenzialmente per divertimento, senza avere avuto mai necessità di misurare la sua abilità sul campo.

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11 marzo 2010

BUK Modena - Eventi

Sabato 13 e Domenica 14 marzo al Foro Boario di Modena si svolgerà Buk, Fiera della piccola e media editoria. Nell'ambito della manifestazione vi saranno svariati eventi tra cui la presentazione dell'antologia


“Oltre l’orizzonte- Racconti tra sogno e realtà”
MONTEDIT EDITORE (Milano, 2009)


Saranno presenti gli autori Daniela Ori, Gabriele Sorrentino, Manuela Fiorini.

La presentazione avverrà presso il Teatro TENDA di Viale Molza (Modena)
Domenica 14 marzo 2010 dalle ore 20,00 alle ore 21,00

Letture di Enrico Solmi
Accompagnamento musicale del maestro Lucio Diegoli


07 marzo 2010

I protaognisti: la famiglia Prekkajnel

Sebbene la famiglia Prekkajnel sia solita far risalire la sua stirpe alle popolazioni degli arcipelghi, la sua origine è in realtà storicamente mal certa. I Prekkajnel non avevano ancora conquistato una posizione di primo piano ai tempi della riunificazione della penisola sotto l’Impero. Per certo si sa invece che, distintisi per il loro valore all’interno della guerra contro gli invasori dell’Oltrecatena e forti di un notevole seguito territoriale si misero alla guida di una rivolta contro il satrapo di Ulciat, che al tempo governava entrambe le metà della Città Ponte e il territorio ad esso circostante, accusandolo di inettitudine e infedeltà all’Impero.

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20 febbraio 2010

I protagonisti: Marerid


Il capitano Marerid è un ufficiale della Guardia Montana, un corpo militare che si occupa di presidiare le pendici della Catena Impervia e fronteggiare la costante minaccia dei banditi che infestano quelle zone. La Guardia Montana fa parte della forza sovrafeudale che sotto il diretto controllo dei Koilev tramite il generale Lampart. Il Capitano Marerid è uno degli ufficiali più alti in grado all’interno della Guardia Montana e pertanto si può considerare un fedelissimo dei Koilev.

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07 febbraio 2010

I protagonisti: la casata Koilev


Le origini della casata Koilev risalgono alla prima colonizzazione del sud di Finisterra da parte delle popolazioni degli Arcipelaghi. Poco si sa su quei tempi in quanto le popolazioni degli arcipelaghi al tempo utilizzavano la scrittura solo eccezionalmente per redigere documenti ufficiali, le cronache del tempo sono pertanto alquanto lacunose. I primi Koilev di cui si ha notizia storicamente certa risalgono al tempo in cui il neoformato Impero delle Tre Spade tentò la conquista dei territori a sud del Dumrak, incontrando la strenua resistenza da parte di una coalizione di piccoli principati guidati da Dragan Koilev. Più tardi con l’annessione della parte a sud del regno all’Impero delle Tre Spade i Koilev ottennero di mantenere il potere sulla satrapia più meridionale la cui città principale era Vùos. Il governo della satrapia era formalmente di nomina imperiale ma di fatto rimase quasi sempre ereditaria.

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26 gennaio 2010

E’ finito!

Un saluto a tutti gli affezionati lettori di Finisterra, quest’oggi vi accolgo con la più succulenta delle notizie. Senza giri di parole ma non senza una certa emozione vi annuncio solennemente che il primo libro della saga di Finisterra è ufficialmente concluso. Da oggi ci mettiamo in caccia di un editore, per cui alle frotte talent-scout che certamente già visitano ogni giorno il nostro sito non posso fare altro che dire: “Fatevi avanti!”
Vabbè… sì, dai… scherzavo.

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16 gennaio 2010

I protagonisti: Cherphin Teophan


DUE PAROLE DI INTRODUZIONE: Eccoci arrivati al post di presentazione del primo dei personaggi principali della saga. Come accennato precedentemente, il libro è narrato in "terza persona limitata", in altre parole il lettore ha accesso ai pensieri e al punto di vista di uno solo dei personaggi. Nel nostro caso però il punto di vista cambia in ogni capitolo. Gli scrittori all'opera per la stesura della saga sono cinque e i punti di vista sono sei, perciò ciascuno di noi ha "interpretato" (ossia scritto tutti i capitoli che hanno per protagonista) un personaggio, tranne uno di noi che ha per così dire "una doppia vita".

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06 gennaio 2010

I protagonisti: La casata Teophan

La nobile casata Teophan ha guidato l’Impero delle Tre Spade sin dalla sua fondazione, ad opera di Karim Teophan. Nei millenni in cui ha dominato su Finisterra, il sangue della casata si è molto imbastardito e in diverse occasioni rami cadetti della famiglia hanno assunto il potere e il cognome Teophan con la forza. Secondo alcuni documenti, del resto, “Teophan” nell’antico idioma di Addoneis significa “Seguaci degli Dèi” e, quindi, più che il nome di un casato richiamerebbe l’antico titolo onorifico dei Re-Sacerdoti della città. L’ultimo di questi Re-Sacerdoti sarebbe stato proprio Karim che, fondato l’Impero grazie all’aiuto dell’Eroe Haber Kaan, avrebbe associato alla sua stirpe il nome Teophan.

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02 gennaio 2010

L'ISPIRATORE


Relitti. Spettri di macchine le cui grigie chiglie erano appena intubili a occhio nudo, nel gioco di luci ed ombre creato dal piccolo mondo roccioso che biancheggiava sullo sfondo come un teschio butterato. Aleggiavano, silenti ammassi di metallo, in orbita attorno al pianeta, avvinghiati disperatamente ad esso, unica ancora di salvezza nel loro viaggio senza fine.
Oltre mille navi enormi. Erano i resti di due spaventose flotte che si erano affrontate in uno scontro terrificante, dieci secoli prima, durante la Guerra Fratricida tra gli uomini. Molte astronavi erano spezzate in più tronconi, con i rottami che volavano attorno al relitto principale come locuste di acciaio; altre erano pressocché intatte nonostante il gelo dello spazio avvinghiasse le loro chiglie e crepasse gli scafi che un tempo avevano viaggiato potenti tra le stelle. Kail di Proxima mosse con attenzione la Ragazza di ferro tra i rottami. Ogni minuscola scheggia di metallo era pericolosa come un piccolo proiettile e i relitti ruotavano su sé stessi con traiettoie ripetitive ma difficilmente calcolabili e quindi pericolose. Il Cacciatore di Taglie era atterrito e allo stesso tempo affascinato dalle dimensioni gigantesche di quelle corazzate che ricordavano nella forma le enormi mante che vivevano nell’unico oceano di Proxima. Le guerre che la sua gente aveva combattuto negli ultimi secoli erano state poco più che scaramucce con i Denniz e i Sentoriani. In quelle battaglie per il controllo di rotte commerciali più favorevoli verso il cuore della Galassia e i ricchi mercati delle Spirali vicine, erano state impiegate navi di media dimensioni, come la sua. Nemmeno la marina da guerra dell’Impero Hellano possedeva astronavi così grosse, certamente non le aveva la Federazione di Proxima la più potente Nazione umana, che si serviva dei Cacciatori di Taglie per amministrare la giustizia negli spazi siderali tra i suoi pianeti e li inquadrava nell’esercito quando scoppiava una guerra.
Tutte quelle zuffe sembravano insignificanti di fronte alle tremende macchine di morte che galleggiavano intorno a quel mondo senza nome. Kail sapeva a chi appartenevano quelle astronavi che avevano combattuto la più terribile guerra nella storia dell’umanità, quando i bombardamenti planetari e i saccheggi avevano spazzato via la vita da centinaia di colonie fiorenti. Quelle astronavi erano state costruite e armate dall’Impero di Tellus che un tempo aveva dominato su tutti i mondi umani e che che ancora esisteva al di là della Desolazione, chiuso in un volontario isolamento. Ancora le sue navi pattugliavano quella porzione di spazio e potenti satelliti scandagliavano quel confine naturale ascoltando tutto ciò che accadeva nelle sue antiche province ribelli. Erano tante le leggende che circolavano sugli abitanti dell’Impero. Si diceva addirittura che avessero scoperto il segreto dell’immortalità. Cosa sarebbe accaduto se, un giorno, quelle astronavi a forma di manta avessero nuovamente attraversato la Desolazione per riconquistare le antiche provincie ribelli? Kail rabbriviì al solo pensiero, toccando istintivamente i sofisticatissimi organi visivi hi-tech che rimpiazzavano i suoi occhi.
Il Cacciatore di Taglie scandagliò la distesa di relitti con i sensori della sua astronave, un robusto incrociatore Asturiano sul quale aveva speso milioni di crediti per sofisticate migliorie agli armamenti, ai motori, agli scudi e ai sensori. Fortunatamente sapeva dove cercare altrimenti avrebbe impiegato giorni per districarsi in quell’ammasso di rottami. L’uomo che gli aveva dato l’incarico era stato preciso. “L’ammiraglia è almeno il doppio delle altre, non puoi sbagliarti. Dovresti trovarla verso l’esterno del campo di detriti”
Lo scanner della Ragazza di Ferro individuò la massa più grande del campo di detriti, un’enorme relitto di metallo lungo almeno due chilometri. Kail diresse la sua nave verso il colosso che galleggiava, effettivamente, defilato rispetto al grosso dei relitti. Quando la Ragazza di Ferro fu vicina al gigante, Kail trasalì: la nave era spezzata in due e tutta la prua era sparsa per chilometri in piccoli frammenti fluttuanti nello spazio. In origine doveva essere stata lunga almeno il doppio ed era alta come un palazzo di trenta piani.
Un mostro di acciaio e tecnologia, avvolto dal gelo dello spazio. Sulla fiancata i fari della Ragazza di Ferro illuminarono le ultime lettere di una scritta consumata: Anania. Quel nome, in molti dialetti degli uomini significava Discordia.
Attivò lo scanner orbitale della Ragazza di Ferro. In una mezz’ora di lavoro il computer di bordo, un gingillo da trecentomila crediti della Federazione, creò un’immagine 3D in scala del relitto che apparve in mezzo alla cabina di pilottaggio. Un software sovrappose quell’immagine virtuale agli schemi tecnici dell’Anania che gli aveva fornito il suo datore di lavoro. Il calcolatore impiegò alcune decine di minuti confrontando ogni corridoio, oblò e possibile arredo. Calcolò i danni suibiti, il tempo in cui la nave era rimasta nello spazio e quanto il gelo e il continuo ruotare su un asse molto decentrato avesse potuto influire sulle strutture del relitto, applicando le variazioni supposte al modellino virtuale che stava creando. Alla fine il computer ricavò una mappa tridimensionale con una tolleranza del 64,59%.
“Non è molto ma deve bastare”. Kail indossò il casco e i guanti per la realtà virtuale e attivò il drone da esplorazione.
Posizionò l’astronave in un’orbita fissa attorno all’Anania e cominciò a guidare il robot. I sensori della Ragazza di Ferro erano posizionati su massima allerta. Il sistema doveva essere disabitato ma pirati e sbandati infestavano la Desolazione, soprattutto in quella zona dello spazio, lontana dal confine dell’Impero.
Il drone uscì dalla prua della Ragazza di Ferro. Assomigliava a un grosso sigaro di metallo pieno di luci e pannelli radar. Attivando la realtà virtuale Kail vide lo spazio come se si fosse trovato all’interno del drone. La rappresentazione era così reale che mentre si avvicinava all’enorme relitto troneggiante, il Cacciatore di Taglie sentì un brivido percorrergli la schiena. Addirittura, utilizzando i sensori di poppa del drone, poteva vedere la sagoma oblugna e irta di antenne e cannoni della Ragazza di Ferro come se fosse stato lui stesso nello spazio. Kail ingoiò una pastiglia di kark, una mistura di anfetamine, nicotina e droghe sintetiche che lo aiutava a concentrarsi.
Si immerse nella mostruosa gola di metallo che era il relitto. Anche a mille anni dalla sua distruzione, secoli passati nel gelo cosmico, il mostro manteneva un fascino sinistro, con in cannoni che ancora puntavano bocche spente su un nemico ormai scomparso. Il drone entrò dall’ampio squarcio a tribordo che aveva spezzato in due la nave. Seguendo la mappa tridimensionale Kail lo guidò per corridoi bui e silenti, illuminati solo dai fanali del drone. Detriti di ogni genere galleggiavano per quelle stanze scure: pezzi di metallo, cibo, cadaveri deformati dalla depressurizzazione e dal gelo che aveva loro congelato il sangue nelle vene, ma conservati nel vuoto spinto che si era sostituito all’atmosfera artificiale. La maggior parte dei corpi erano irriconoscibili ma uno colpì Kail: il suo volto era esploso ma, incredibilmente, una parte del teschio fluttuava ancora ai lati del tronco come a non volersene separare. L’uniforme nera era appena sgualcita e si vedevano perfettamente, sul cuore, le Tre Lune e il phy fatto di stelle, simbolo dell’Impero. Kail conosceva quello stemma che si trovava ancora in qualche antico edificio dei mondi della Federazione, sfuggito alla furia iconoclasta seguita alla Guerra Fratricida. L’Impero, riflettè, era una presenza inquietante nella galassia umana: come uno spettro albergava nelle paure degli uomini, distante eppure dannatamente vicino. Il Cacciatore di Taglie non resistette alla tentazione di ordinare al braccio telescopico del drone di recuperare la mostrina col logo dell’Impero. Collezionava cimelii e quello era un pezzo originale di mille anni prima. Nella foga, ottenebrato dal kark, Kail guidò il braccio maldestramente e il corpo, congelato da secoli, si sgretolo al contatto col drone. La targhetta si perse nello spazio circostante, avvolta dal buio oltre il fascio di luce emesso dal drone.
“Maledizione!”. Imprecò Kail. Era un professionista e quella piccola debolezza l’aveva rallentato già a sufficienza. Guidò il drone verso la sua meta.
Sbagliò più volte strada ma alla fine individuò gli alloggi ufficiali, posti al quarto livello, rallegrandosi che non fossero scomparsi con la prua della nave. Tutto era avvolto in un silenzio irreale. Finalmente trovò l’alloggio del comandante. Era una stanza sobria che aveva quadri veri alla parete, ancora visibili sotto un sottile strato di ghiaccio. Il tavolino tondo era ancora fisso al pavimento. C’erano vesti e carte che fluttuavano ovunque. Non fu difficile per Kail individuare la cassaforte incassata nella parete. Era ancora chiusa. C’era un laser sul drone e Kail lo usò per fondere la serratura che sfrigolò nel gelo al contatto con la fonte di calore. All’interno c’erano supporti magnetici per computer, un formato non più in uso, che comunque Kail prese col braccio telescopico del drone. Individuò anche il suo obiettivo, un parallelepipedo di carta e cartone.
Un libro.
Esistevano ancora libri negli archivi dei Mondi Esterni, anche se molti preferivano i video-libri e quindi i testi cartacei erano divenuti oggetti da collezionisti. Kail si era stupito che un funzionario della Federazione lo pagasse un milione di crediti per un oggetto del genere.

Era stato avvicinato dal burocrate due mesi prima, in una bettola di Kiloy, un mondo periferico rifugio di giocatori d’azzardo e contrabandieri. Il Cacciatore di Taglie si trovava sul quel pianeta freddo e scosso dai venti proprio per cercare un contrabbandiere, condananto a morte dalla Federazione. Il locale ospitava probabilmente tutte le più bizzarre creature della galassia. L’umano si era seduto al suo tavolo senza chiedergli il permesso, osservandolo con occhi bonari incassati nel pingue volto rubizzo.
“Sei tu Kail di Proxima?”. Aveva chiesto con voce cupa. Vestiva elegantemente, con una tunica argentata e preziosi anelli alle mani. Sulle prime Kail aveva pensato che l’uomo fosse un pazzo ad entrare in quel posto vestito da damerino. Poi aveva notato i quattro grossi droidi da combattimento che scortavano l’uomo. Sulle loro armature lucenti spiccavano i Due Soli di Proxima. Era al cospetto di un alto funzionario della Federazione.
“Sono io”. Aveva risposto.
“Bene. Io sono Darkoo, del Dipartimento della Cultura della Federazione. Ho un incarico per te”.
“Chi devo uccidere?”.
“Nessuno, questa volta!”. Aveva sorriso “Devi recuperare un oggetto e portarlo a Proxima”.
“Perchè il governo si scomoda tanto per una missione così stupida?”.
“L’oggetto è stato individuato in un relitto che si trova nella Desolazione”.
Kail si era sistemato meglio sulla sedia. La Desolazione era un luogo inquietante ma ricco di oportunità. Tutti gli uomini della galassia sapevano cos’era, molti la temevano, altri la sfruttavano per i loro loschi piani. Centinaia di parsec di mondi resi inabitati da una lunga guerra. Oltre la Desolazione, l’Impero. Un mondo di uomini così diversi da loro che in pochi avevano visto e che tutti temevano.
“Vi costerà parecchio: secondo i trattati nessuna nave della Federazione può entrare nella Desolazione, salvo un’autorizzazione ufficiale del governo”.
“Non c’è problema. Avrai denaro e salvacondotto”.
Non aveva fatto troppe domande quando la somma pattuita era stata versata sul suo conto corrente.

Caricò il libro sul drone e uscì in fretta dal relitto. Doveva mettere al sicuro la merce. Poi sarebbe tornato all’interno per razziare tutto ciò che si poteva da quel relitto. Quando il sigaro di metallo entrò nella chiglia della Ragazza di Ferro, Kail si rilassò. Scollegò la realtà virtuale e si concesse un attimo di relax. La Ballata dei metalli risuono poderosa e triste nell’abitacolo. Era l’unico canto conosciuto in tutti i mondi degli uomini. Si diceva fosse l’antico inno delle colonie ribelli, durante la Guerra Fratricida.

Fu allora che i sistemi diagnostici della nave identificarono un problema. Il drone era guidato dalla nave tramite un segnale radio ad altissima potenza che possedeva una serie di schermature di base. Kail aveva inserito un sistema diagnostico, acquistato da un mercante di schiavi sentoriano per trecentomila crediti, che controllava tutto il campo elettromagnetico attraversato dal segnale per evitare che qualcuno tentasse di forzare i codici di accesso e potesse intromettersi sulla stessa frequenza, prendendo il controllo del drone o leggendo i dati che inviava alla nave. Questa volta l’intromissione era stata appena percettibile, poco più che un disturbo radio che era durato pochi nanosecondi. Eppure il computer l’aveva registrato, indicandolo al Cacciatore di Taglie.
“C’è qualcuno! Ed è dannatamente bravo”. Kail attivò tutte le armi e i sistemi di difesa della nave. I sensori scandagliarono milioni di chilometri alla ricerca della fonte di disturbo, senza trovare nulla. “Per i due Soli! Da dove viene questo segnale!?”. Finalmente, i potenti sentori della Ragazza di Ferro individuarono un ammasso di acciaio in mezzo ad altri corpi di metallo, con un minuscolo campo elettrico, talmente piccolo da essere sembrato un’anomalia nelle precedenti scansioni e che si era rivelato per ciò che era solo ai potentissimi e costosissimi sistemi di difesa passiva della Ragazza di Ferro.
Un satellite spia.
“L’Impero!”. Kail rabbrividì. Non v’era dubbio che fossero loro: i pirati non avevno simili dispositivi e nemmeno Proxima li possedeva. Forse i Sentoriani potevano produrre qualcosa di così sofisticato, ma non avrebbero mai osato entrare nella Desolazione che l’Impero considerava comunque territorio umano.
“Cosa vuole l’Impero?”. I governi dei Mondi Esterni erano convinti che Tellus spiasse solo le porzioni di Desolazione prossime al suo confine. Evidentemente, però, la Sagitta, il temuto servizio segreto imperiale, aveva piazzato un satellite spia anche laggiù. Improvvisamente lo spazio solitario, dove si era sempre trovato a suo agio, gli sembrava ostile.
Un nuovo segnale di allarme apparve sul quadro strumenti. “Droni da guerra!”. Il satellite aveva intercettato la scansione della nave di Kail e stava prendendo le contro misure necessarie. Evidentemente l’Impero non voleva che qualcuno scoprisse la sua presenza in quel quadrante.
Piccole ogive di metallo lucente si stagliarono sul buio cosmico, puntando con decisione la nave del Cacciatore di Taglie.
Kail attivò i motori alla massima potenza per allontanare la nave dal piano dell’ecclitica e raggiungere il più velocemente possibile la distanza di sicurezza dal pianeta per lanciarsi a velocità tachionica: non voleva rimanere in quel sistema un minuto di più col rischio di venire attaccato da un vascello imperiale.
Mentre il computer effettuava i calcoli per il salto nell’iperspazio, una trentina di droni si mise in rotta di intercettazione, guadagnando rapidamente terreno. Spararono fasci di particelle ad alto potenziale.
SCUDI AL 60%.
“Maledizione”. I propulsori tachionici sottraevano energia alle armi e ai deflettori. Kail rispose al fuoco con alcuni siluri che mancarono il bersaglio. Un’altra bordata centrò la chiglia della nave. SCUDI AL 49% ALLARME ROSSO.
Kail osservò febbrilmente il monitor di stato dei motori tachionici.
APPROSSIMAZIONE ROTTA: 92%. POTENZA PROPULSORI: 95,89%.
Il Cacciatore di Taglie decise che doveva bastare e diede il comando. Percepì la vibrazione dei motori che facevano vibrare le stringhe della materia combustibile sino far loro assumere lo stato di tachioni, particelle, muovendosi a velocità iper-luce, avrebbero trascinato la nave nell’iperspazio. Avertì la leggera sensazione di vertigine mentre la nave abbandonava lo spazio reale ed entrava nell’iperspazio.
Quando la Ragazza di Ferro emerse dall’iperspazio, tutti gli allarmi suonarono all’unisono. A causa dell’approssimazione dei calcoli, la nave era emersa dall’iperspazio molto vicino a un gigante gassoso. Il terribile campo magnetico del pianeta stava catturando l’astronave. Kail fu abile a mantenersi freddo. Spense ogni sistema non necessario ed espulse tutto il carico, salvo il prezioso volume. Diede così tutta l’energia ai propulsori sub-luce. Fu fortunato a sganciarsi dall’abbraccio mortale del mostro di gas appena un attimo prima che fosse troppo tardi.
Finalmente libera, la Ragazza di Ferro si allontò da gigante verso una zona più sicura. Kail impiegò alcune ore a determinare la sua posizione e calcolare la rotta verso il punto di rendez-vous con il suo compratore.
Quando vide la forma oblunga di un grosso incrociatore della Federazione, Kail sorrise. Fu autorizzato ad attraccare a uno dei ponti di tribordo e dopo pochi minuti un uomo chiese di salire a bordo. Kail aprì il portello e si trovò davanti Darkoo, disarmato. Kail lo fece accomodare nel piccolo salottino a poppa della nave. Gli versò il jahal, un liquore aromatizzato molto pregiato, ricavato da alcuni lombrichi che vivevano nei deserti di Proxima.
“Hai recuperato il libro?”. Chiese Darkoo, senza preamboli.
“Certamente”. Kail si diresse alla cassaforte della nave dalla quale estrasse il volume, custodito in una teca che riproduceva il vuoto spinto in cui era rimasto immerso per secoli. “E ho fatto anche un’altra scoperta interessante”. Aggiunse porgendogli il libro. Darkoo lo esaminò con la sofisticata protesi che aveva nel braccio destro, probabilmente in grado di eseguire piccoli controlli sulla integrità del manufatto.
“Di cosa si tratta?”.
“Di sicurezza nazionale, direi. Ma te lo dirò solo, quando mi avrai tolto una curiosità”.
L’uomo non si scompose: l’universo si reggeva sulla trattativa. “Cosa vuoi sapere?”.
“Perché il governo federale è così interessato a questo libro”.
Il funzionario ridacchiò. “Kail di Proxima, mi avevano detto che sei ossessionato dai misteri! Comunque hai fatto un buon lavoro. Spero che la tua scoperta sia all’altezza di ciò che sto per dirti”. Il tono era vagamente minaccioso.
“Giudicherai tu stesso”.
“Va bene. Alcuni mesi fa venimmo a sapere da un mercante che era finito fuori rotta dell’esistenza del campo di detriti. Inviammo alcune sonde e ci rendemmo conto di trovarci di fronte ai resti di uno scontro della Guerra Fratricida. Individuammo l’ammiraglia ribelle, l’Anania, grazie ad alcuni documenti di archivio”.
“Questo cosa c’entra col libro?”.
“I comandanti ribelli portavano sempre con sé un libro, che chiamavano L’Ispiratore”.
“Non conosco questa storia”. Considerò Kail.
“Infatti è poco nota. L’Ispiratore era un testo antichissimo, che si credeva scritto sul mitico mondo di origine dell’umanità. Era considerato sacro dalle colonie che lottarono per l’indipendenza dall’Impero. Purtroppo, le guerre tra le colonie che seguirono alla pace con l’Impero fecero dimenticare questi grandi principi e l’Iconoclastia distrusse tutto ciò era legato all’Impero, comprese le biblioteche ove questi libri erano custoditi. Dell’Ispiratore restarono solo pochi frammenti sparsi. Furono anni bui ma ora recupereremo ciò che guidò la mano dei nostri padri e lo utilizzeremo per far nuovamente grandi i nostri mondi. Sei soddisfatto? Ora dimmi cosa hai scoperto”.
“Voglio sapere il titolo del libro”.
“Prima dimmi cosa hai scoperto”. Darkoo Sorrise. La trattativa era la linfa vitale dell’universo. Kail raccontò del satelli te spia e il funzionario della Federazione restò alcuni secondi in silenzio, le mani giunte al petto. “Occorrerà intensificare i controlli al confine. È la prima volta che scopriamo un’installazione imperiale così vicina al nostro territorio. Hai fatto un grande servizio alla Federazione”.
“Ora vuoi dirmi come si chiama questo libro?”.
“Certamente”. Sorrise Darkoo. “Si intitola il Principe, l’autore è Niccolò Macchiavelli”

AUTORE - GABRIELE
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