26 novembre 2010

Emilia, via maestra


Un uomo che attraversa la città in inverno per cercare una cura per la moglie malata, il ricordo di un’estate dell’infanzia, un simpatico equivoco, una leggenda legata alle fave, le malinconiche atmosfere di una balera e, ancora, le disavventure di un uomoper portare un dono speciale al suo Duca, un conflitto generazionaleall’epoca del Ventennio Fascista….questo e molto altro in EMILIA, VIA MAESTRA dell’associazione di scrittori modenese “I SEMI NERI” , Damster edizioni 12 euro). Gabriele è presente col racconto “Il DONO” di cui qui di seguito ecco l’incipit:

L’uomo tirò le briglie, per costringere il cavallo a fermarsi un’ultima volta. Il grosso animale da tiro sbuffò e il suo fiato caldo formò piccoli sbuffi candidi, nell’aria fredda del mattino. Una leggera bruma trasudava dalla campagna grassa avvolgendo alberi, campi coltivati, cappelle, in un sudario latteo e indefinito. Da qualche parte, un cavallo scalpicciò sulla strada indurita dal freddo. Modena era pietra che galleggiava sulla nebbia, dominata dalla slanciata mole della torre campanaria e dal Palazzo Ducale, che ne chiudeva nobilmente il profilo, come un elegante drago di pietra addormentatosi in un lungo sonno.

Il cavallo si mosse stancamente sulla strada che conduceva verso Carpi, la stessa che Francesco V e la Brigata Estense avevano percorso l’11 giugno 1959, quando il Duca era andato in esilio.

11 novembre 2010

Capitolo primo (seconda parte)

Questo post contiene la seconda parte del primo capitolo del primo libro. Lo so, lo so, avevamo detto che prima avremmo finito i personaggi, ma siamo nel pieno della stesura del secondo libro e il lavoro si sta facendo febbrile, per cui pubblicare parti del testo è molto più facile. E' possibile che decideremo di pubblicare anche il secondo capitolo in due o tre parti prima di concludere con la presentazione dei personaggi, non odiateci troppo.
Comunque si vedrà, intanto beccatevi questa altra succulenta lettura!


Capitolo primo (seconda parte)

“Ottimo lavoro, figlio mio” Disse Ghad X. Si trovavano nello studio privato del sovrano. Era una stanza quadrata con un lato di circa sei passi, con eleganti arazzi alle pareti, raffiguranti scene di caccia. Padre e figlio sedevano su cuscini e tappeti, come usava nell’aristocrazia di Addoneis. Una schiava aveva portato ottimo vin tramonto che Cherphin e suo padre stavano sorseggiando con gusto. Il giovane Teophan aveva appena concluso un incontro con l’Assemblea degli Uguali, cioè il grande consiglio allargato dell’aristocrazia, istituito da Klios il Santo. Gli Uguali avevano accettato le decisioni del consiglio ristretto.
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