01 febbraio 2006

E . L . O .

Parte 1: un Angelo e un Problema

Il cielo era coperto sopra la testa di Gianus, ma lui non poteva accorgersene, era intento a guardare attentamente la strada; un passo dopo l’altro, avanzava tra i rifiuti abbandonati ai margini della via che porta all’uscita dalla città vecchia. Non passavano veicoli di nessun tipo in quel quartiere, le strade erano impraticabili e affollate di mendicanti, artisti di strada, guerrieri cittadini e venditori di merce trafugata dai piani alti. A Gianus non interessava niente di tutto questo ed il suo passo affrettato faceva intendere il suo disagio nell’attraversare quella lunga strada..
Ad un tratto comparve davanti ai suoi occhi la zona Industriale della città, si voltò indietro un paio di volte cercando eventuali pedinatori, e poi procedette convinto verso una strada illuminata da insegne perfettamente funzionanti, continuò il suo cammino fino ad una porta a vetri scorrevole che si aprì automaticamente al suo passaggio; l’insegna recava la scritta “ELO. Pubblicità Interattiva”.

*****

Il telefono continuava a suonare, o meglio, continuava ad illuminarsi perché Marta aveva disattivato quell’odioso trillo che di solito si faceva sentire proprio nel mezzo di una scena Imperdibile! della Soap da lei più amata. La ragazza stava seduta su una comoda sedia da ufficio, sul bancone davanti a lei erano posati una tazza, oramai a metà, di caffelatte e un posacenere ricolmo di mozziconi; i suoi occhi erano fissi sulla televisione tatticamente piazzata dietro al bancone. Ad un tratto una voce maschile interruppe la sua trance televisiva: “hem.. scusi.. è permesso?..”
Marta si voltò di scatto, inquadrando subito il ragazzo che stava sulla porta, un tipo di uomo che a lei non piaceva: troppo alto, pelle troppo abbronzata, barba e capelli troppo lunghi… le venne il dubbio che fosse li ad aspettare da un bel po’ di tempo.

*****

“Aahh! Sesta!.. è troppo, mi fai male..” A quel richiamo, la ragazza che stava seduta in plancia, si affrettò a ruotare un pomello verso sinistra, e poi alzò nuovamente la testa verso la sua amica: “Come va ora?”.
Davanti alla plancia era posto un cilindro di vetro cavo, alto circa tre metri e abbastanza grande da poter contenere una persona, parzialmente ricoperto di placche di ferro da ognuna delle quali uscivano numerosi tubi gommofibrosi.
All’interno della capsula di vetro, stava eretta una ragazza completamente nuda, chiunque avesse potuto vederla in quel momento la avrebbe scambiata sicuramente per un angelo; aveva la pelle chiara, liscia, distribuita su un fisico statuario, dolci lineamenti rendevano il suo viso inimmaginabile per chi non lo aveva mai visto e indimenticabile per chi lo conosceva; fronte alta, capello biondo e grandi occhi verdi che imitavano il bagliore degli smeraldi non nascondendo però, al loro interno, una coscienza ben più preziosa.
La ragazza in plancia si rivolse ancora alla sua amica: “…non hai risposto.. Elo.. va meglio?” ma aveva già notato l’espressione rilassata che E.l.o. aveva assunto e non c’era più bisogno di risposta.
In quel momento una luce arancione fece notare la sua presenza e un altoparlante cominciò un dialogo con voce femminile: “Sesta!?.. ci sei?” Interrompendo il suo lavoro in plancia, Sesta, si avvicinò al microfono: “Abbiamo quasi finito, Marta, dimmi pure…” L’altoparlante riprese: “c’è un cliente qui.. uno vero intendo..”
Sesta mutò la sua espressione, facendosi seria si rivolse a E.l.o. “un po’ di tempo lo abbiamo.. vestiti, finiamo più tardi”, poi di nuovo al microfono “arriviamo”.


*****

E’ sicuramente la più bella ragazza del pianeta.. pensò Gianus appena vide entrare E.l.o. assieme a Sesta; non avesse avuto un serio problema da risolvere, la sua attenzione sarebbe stata sicuramente tutta rivolta a quella visione.
“Parli pure” disse Sesta, appena finite le presentazioni.
Dopo un attimo di silenzio Gianus prese coraggio: “un argomento non facile da trattare.. di questi tempi, non vorrei mi prendeste per pazzo ecco..” si prese qualche altro attimo di silenzio, “cominciamo da capo: io abito nella zona della città vecchia dove si trova anche la vecchia cattedrale, sapete?, quella costruita nel ventesimo secolo. Ecco, sembra che da quel posto escano.. strane presenze capite.. insomma, sono morte tre persone.. negli ultimi due giorni”.
Le ragazze si guardano negli occhi, Marta batte alcuni tasti sul computer e poi comincia ad osservare; dopo qualche minuto di attesa arrivò un responso: “trovata! La cattedrale nella città vecchia.. è una zona calda!!”. Sesta, a questo punto si rivolse di nuovo a Gianus: “e.. come avete intenzione di pagare?”. Il volto del ragazzo, a quella domanda si fece un po’ cupo, ma la risposta arrivò pronta: “non vi preoccupate, so già quant’è la vostra parcella e vi assicuro che posso permettermela”.
Le ragazze si guardarono reciprocamente un'altra volta.. “aspetti qui” disse Sesta chiudendo la porta del privato dietro di loro “torniamo subito”.

*****

Parte 2: La Cattedrale e L’Arcobaleno

Le pareti annerite erano alte almeno venticinque metri, e dai numerosi varchi nel tetto filtravano fasci di luce lunari, cumuli di macerie, illuminati dal bagliore sembravano quasi messi li appositamente per far da appoggio ai molti corvi ammassati sotto la luce. Piante rampicanti avevano preso possesso, ormai, di quasi tutte le colonne e diramavano i filamenti erbacei anche in depressioni e buche sul pavimento. Ci vollero parecchi minuti per ispezionare il piano d’entrata. Fuori, un vento gelido e piuttosto impetuoso si abbatteva sulla cattedrale, attraversandola, e producendo cosi dei sinistri sibili.
“..oh! ..non ci sta!” disse con voce stizzita Marta; stava trafficando con un fucile, di una fattura molto inusuale, pensò Gianus, sicuramente fatto progettare e realizzare con enorme spesa, ed anche la manutenzione non poteva essere economica. Questo spiegava la spesa di assunzione delle ragazze, prezzo che Gianus, anche unito a tutti gli abitanti del quartiere della cattedrale, non poteva pagare; ma fortunatamente si erano fidate.. della sicurezza dimostrata. I pensieri di Gianus si smorzano con un acuto suono.. “ci siamo” proferì Sesta, guardando lo schermino radar agganciato a lato del suo fucile, “cosi presto!” rispose Marta, tentando ancora più freneticamente di infilare un pezzo nella sua arma. Gianus, non sapendo cosa aspettarsi, rimase immobile, gettò lo sguardo su E.l.o., la ragazza era in piedi ad un metro da lui, l’unica delle tre disarmata, tuttavia sembrava calma, in attesa, scrutava con attenzione la zona buia della cattedrale. La situazione rimase tesa per qualche attimo..
“ha..finalmente!” Marta, soddisfatta per l’aggancio riuscito, interruppe il silenzio. “ma.. cosa aspettiamo?” si attentò a chiedere Gianus.

*****

Era ormai calata la sera, Zinco entrò nell’ufficio con un sorriso veramente inusuale per lui, un sorriso che mutò presto in stupore quando si accorse che era solo.. “ma.. dove sono tutti!” riflettè ad alta voce. Rimase con la mano alzata e il sorriso inebetito per qualche secondo, si diresse verso il frigo e, dopo aver estratto una birra, camminò fino alla stanza dei macchinari. 4 ore al prossimo trattamento, pensò, interpretando i simboli sullo schermo in plancia, non dovrebbero essere via. Zinco si diresse ora verso l’armeria, restò pensoso per qualche secondo, quando vide che i fucili speciali erano spariti. A questo punto si decise a tirare fuori il cellulare e chiamare.. “ovviamente è irraggiungibile” pensò nuovamente ad alta voce, dopo aver udito la voce registrata, si diresse verso il pc.

*****

Sembravano persone normali, mutilate, scarnificate, decadenti, ma comunque persone, non mostri. Avanzavano verso Gianus con uno sguardo intriso di sofferenza ed ira ed erano in due! Il ragazzo rimase impietrito dal terrore, impotente di fronte alle mani che si avvicinavano al suo corpo. “stai tranquillo!” la voce di Marta arrivò all’orecchio di Gianus, “non possono toccarti!”. Sentendo quell’affermazione, Gianus, si rese conto del terrore psicologico di cui era vittima, fermò il suo corpo e cominciò a capire.. gli spettri continuavano a compenetrare il suo corpo creando un forte senso di malessere.. ma niente di più. Dopo poco, Sesta e Marta avevano provveduto a liberare la zona dagli spettri.
“Cazzo! Sono già a metà..” disse Sesta guardando il display del fucile, “..non ho neanche una cazzo di batteria di scorta”. Gianus, ancora incredulo continuava a controllarsi in ogni parte del corpo per assicurarsi la sanità.. “ma siamo sicuri che non fanno nulla..?” chiese con aria stupita. “possono toccarti solo i più potenti di loro” rispose Marta, abbandonandosi, soddisfatta del lavoro svolto, ai piaceri di una sigaretta; ma Gianus ormai era stato rapito da un sorriso, E.l.o., divertita dal continuo tastarsi del ragazzo, aveva assunto un’espressione svagata, proprio quello che ci voleva, pensò Gianus, un miraggio che sfida l’aurora, la quiete dopo la tempesta.. l’Arcobaleno dopo l’acquazzone.

*****

La Sacerdotessa di Raruk-Nalas era stata allevata fin da piccola, istruita sulla medicina, sull’astrologia, sulle arti marziali e sulla magia. Aveva avuto una vita triste, lei credeva, passata sempre rinchiusa, in una biblioteca o in un tempio, alla continua ricerca della conoscenza, e quasi mai vicino agli affetti. Per lei, passare alla condizione di spettro non era stato drammatico come per tutti gli altri. Lei aveva conservato molta lucidità e acquistato saggezza e freddezza, per questo motivo le era stato affidato il compito di custodire e proteggere La Matrice.
L’immenso stanzone sotterraneo era cosparso di colonne, disposte su file allineate; nell’angolo opposto alla porta d’entrata il pavimento era crollato, rivelando un burrone che terminava su un fiume sotterraneo ed il soffitto era cedevole in quel punto, a causa della mancanza delle colonne. Un solo lembo di terra sembrava ancora percorribile, una sorta di stretto ponticello che terminava contro la parete.
La Sacerdotessa stava seduta sul ponticello, con la schiena contro la parete, nonostante il rumore dell’acqua che veniva da sotto di lei, si accorse subito del gruppo di umani che entrava nei sotterranei della Cattedrale; non ebbe emozioni particolari, non si stupì né fu intimorita, osservò le quattro figure fermarsi alla porta d’entrata, gesticolare un po’, poi avvicinarsi al pericoloso ponticello.

*****

“Perché va solo lei?” urlò Gianus, cercando di sovrastare il frastuono del fiume. Dopo aver camminato avanti e indietro per delle specie di catacombe, il gruppo era giunto nello stanzone centrale. E.l.o. camminava sul ponticello di piastrelle, non sembrava particolarmente preoccupata della situazione, e lo stesso ponticello non sembrava dare segni di cedimento. Sesta continuava a guardare l’orologio, aveva già detto un paio di volte “fra poco andiamo..” Marta e Gianus guardavano E.l.o. dal pavimento sicuro, camminare verso la figura femminile seduta alla fine del ponticello. “Lei può confondersi con loro..”. Finalmente giunse da Marta, la risposta che Gianus aspettava; quando ormai E.l.o. era arrivata alla fine del ponte.

*****

Cavoli però! La Cattedrale è lontana a buco! Pensò Zinco mentre entrava nella città vecchia.., farmela tutta a piedi.., in quel momento portò la sua attenzione su un ragazzo in scooter che avanzava verso di lui, e che gli fece venire un’idea. Zinco si fermò sicuro al centro della strada, pronto a saltare da qualsiasi parte avesse scelto lo sfortunato pilota. Lo scooter avanzò invece, rallentando, per poi fermarsi a qualche passo da Zinco; quando l’uomo che guidava abbassò la luce, Zinco si trovò puntato da una pistola sei colpi a tamburo. “dammi il portafogli, visto che ti senti tanto peso..”
“..cazzo..” Replico seccato Zinco, portando lentamente una mano alla tasca destra.
Dopo aver estratto il portafogli, Zinco, lo porse all’uomo in scooter con fare rassegnato. “tiramelo” fu la risposta dello scippatore…
Con un impeto d’ira Zinco gettò il “proiettile occasionale” contro il nemico, colpendolo in faccia; questo gli diede il tempo necessario per sferrare un calcio alla pistola in mano all’uomo, di scaraventarlo giù dal suo mezzo ed infine di riprendere al volo la pistola calciata in aria.
Con la pistola in mano e un nuovo mezzo di trasporto, Zinco guardò l’uomo disteso davanti a lui facendogli un segno con la mano: “grazie”.
“Vaffanculo”, rispose l’uomo, “troverai presto qualcuno che ti fotte e potrei essere proprio io!”. Zinco si voltò di nuovo verso la sua vittima, puntandogli la pistola contro, un sorrisetto comparve sulle sue labbra: “dammi anche lo zaino, visto che ti senti tanto peso”. L’uomo a terra si sfilò lo zaino e lo porse a Zinco borbottando e facendo strane smorfie.

*****

“Chi sei?” pronunciò ad alta voce la Sacerdotessa di Raruk-Nalas, osservando E.l.o.
“Mi chiamo Elo” rispose, “sono qui per avere informazioni..”
La sacerdotessa-spettro cominciò a pronunziare frasi che sembravano sconnesse, e dopo qualche secondo di cantilena, riprese il dialogo: “la tua forza vitale è quasi inesistente.. che cosa sei?”. Anche E.l.o. si prese qualche secondo per pensare. “sono come te..” rispose, “..in parte.. ma ho poco tempo per parlare di me..”
La Sacerdotessa si avvicinò di scatto e prese la mano di E.l.o., stringendola forte; appena si accorse della resistenza incontrata, allentò la presa, e si posò davanti a E.l.o. con aria soddisfatta. “cosa desideri sapere?”.
Ed E.l.o., “dimmi della matrici, so che in questa cattedrale, ne è nascosta una”.
“senti davvero la sua presenza così forte.. devi essere uno spirito molto anziano..” dicendo questo la Sacerdotessa prese a volteggiare intorno a E.l.o., girandole intorno senza toccare il terreno e senza cadere nel baratro.
E.l.o. prese un atteggiamento più duro: “non ho tempo da perdere ne pazienza, dimmi dove si trova la matrice, e da cosa deve essere protetta”.
Da quelle parole lo spettro sembrò intimorito: “ho messo la matrice al centro del rosone centrale, si confonde perfettamente, e per quello che riguarda la protezione, IO ho il compito di proteggerla”.
“Potresti non essere all’altezza..” replicò E.l.o.
“Ho vissuto e sono morta per adempiere a questo compito!!” disse, ora alterata, la Sacerdotessa, “e comunque, la matrice non è facile da scalfire.. solamente il fuoco può!”.
E.l.o. assunse un’espressione di soddisfazione che fu subito notata dallo spettro; fermatosi ora di nuovo sul ponte, tra E.l.o. e il gruppo di uomini, continuò: “perché giri con degli umani”. E.l.o. riprese un espressione decisa: “sono miei servi.. mi servono per interagire..”

*****

“Non mi piace.. non mi piace per niente..” esclamò Gianus, guardando sul ponticello. Lo spettro si era messo di nuovo a volteggiare sul ponte, agitando però le braccia verso di loro. “stai calmo” ammonì Sesta. Poi lo spettro si voltò e si avventò su E.l.o. che stava già indietreggiando verso la parete.
Gianus cominciò a correre sul ponticello, che al suo passaggio, perdeva polvere e calcinacci; Sesta e Marta guardavano la scena dal bordo, tentando di prendere di mira la Sacerdotessa, e sparando qualche colpo senza centrare il bersaglio.
Gianus, arrivò sulla scena della lotta proprio mentre la Sacerdotessa-spettro teneva E.l.o. per la gola; con uno sforzo le braccia dello spettro spinsero E.l.o. giù dal ponte; Gianus allora si gettò a terra sul ponte, ai piedi dello spettro e non curandosi di lui, allungò una mano fino a quella della ragazza cadente, e prendendola.. grande fu il suo stupore nel capire che in realtà non aveva toccato nulla; aveva sentito solo una piccola scossa; rimase steso sul ponte, a guardare la Sacerdotessa fluttuare fino ad entrare sparendo nel soffitto.

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“..Non esiste..” Spiegò Marta con espressione compassionevole, “..non è reale, l’abbiamo creata noi.. lei è Empowered Lady Ologram”. Sentendo quelle parole Gianus sembrava incredulo.. “non è nient’altro che un cip..” continuò Sesta, “..con cellule biologiche al suo interno, un apparato che crea un’immagine olografica che sembra del tutto reale..”
“ma.. gli spettri!” continuò Gianus, “gli spettri la toccano”
Sesta replicò subito: “Gli spettri possono interagire con qualsiasi forma di energia, difatti, loro non possono toccare noi, ne i nostri fucili, ma noi riusciamo a colpirli”.
Gianus rimare pensieroso per pochi istanti: “è solo un cip.. che riproduce modelli di comportamento molto naturali, però, e forse anche.. emozioni..” fece notare, “devo andare a cercarla”.
Davanti allo stupore delle due ragazze, Gianus si gettò nel fiume sotterraneo.

..quella ragazza così speciale.. come l’Arcobaleno sprigionava bellezza.., come l’Arcobaleno non poteva essere toccata.., come l’Arcobaleno nascondeva sicuramente un tesoro al suo interno..

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Parte 3: Soli

L’acqua era fredda, Gianus non nuotava da molti anni, e si trovò molto impacciato, nel raggiungere la riva; notò che E.l.o. era in piedi sul bordo, non era caduta in acqua, cosa che risultava una bella fortuna vista la sua presunta condizione; ma Gianus ricordava bene di aver sfiorato più volte i suoi vestiti, e le sue scarpe facevano rumore al cammino, ..non poteva essere una proiezione..
Con uno sforzo, si sollevò dall’acqua e si mise in piedi sul bordo, si avvicinò alla ragazza che lo guardava incredula.
“perché mi hai seguito?”disse lei
Gianus rispose con voce indecisa: “pensavo.. che avresti potuto avere..”
“Bisogno?” lo interruppe lei. “cosa stai dicendo!?!, sei tu che hai assunto noi, non saresti neanche dovuto entrare.. e ora..” la voce si fece più seccata “mi tocca anche portarti fuori da qui..”. Gianus rimase senza parole, a guardare sconsolato E.l.o., che riprese subito la parola: “..abbiamo un problema, hai notato che non ti posso toccare?”

*****

Zinco entrò nella cattedrale con una torcia elettrica che non faceva molta luce, aveva visto la macchina della ditta parcheggiata fuori, ed era sicuro di non dover aspettare molto prima che succedesse qualcosa.
E difatti fu così, Marta e Sesta uscirono con passo sostenuto da un arco di pietra, parlando e gesticolando contemporaneamente come in frenesia.
“hei HEIII!!” urlò Zinco, alzando le braccia e volgendo i palmi verso di loro.
Le ragazze si fermarono di scatto, impaurite dal comparire del socio.
“..ah, Zinco.. non ti avevamo visto”dice Marta, ma Sesta riprende subito: “c’è un cliente, e si è buttato nel fiume con l’Elo.. non sappiamo un cazzo! E il tempo stringe, Vieni con noi..”
Zinco rimase nuovamente con l’espressione inebetita per alcuni attimi, cercando di fare “mente locale”, poi si accorse che le ragazze erano già lontane e cominciò a correre.

*****

“quello che ti hanno raccontato è tutto vero” disse E.l.o. con tono freddo.
“ma.. i vestiti?” replicò lui.
“la massa energetica che mi compone, è molto densa, in definitiva il mio corpo è come fatto d’aria.. hai presente quando metti la mano fuori dal finestrino in corsa? Senti la resistenza del vento ma non puoi prenderlo..” Continuò chinandosi sul vestito “i miei abiti e le scarpe, sono fatti appositamente per me, non esiste in nessun’altra parte del mondo una stoffa così leggera..” di nuovo il suo sorriso riempì l’atmosfera, mentre continuava a raccontare divertita “..fanno scegliere a me i modelli sai?.. sono un po birichina!.. me ne faccio fare talmente tanti..”
E.l.o. continuava il suo viaggio di moda quando ad un tratto alzò il viso, ed i suoi occhi incontrarono quelli di Gianus, ora in piedi davanti a lei. Con espressione seria il ragazzo aveva allungato la mano fin quasi alla sua guancia. Gianus le accarezzò il viso, con la delicatezza con cui si accarezza la cosa più fragile che esiste, con l’attenzione con cui si accarezza la cosa più preziosa che esiste. Riuscì a sentirne i lineamenti e chiuse gli occhi.

*****

Con le cuffie in testa, e un cannone in mano, Zinco ballava tra gli spettri che si accanivano su di lui in gran numero, evitandoli quasi tutti.
“Hei! Quello ti può toccare!!” Urlò Marta dal portone.
Sesta le rispose con voce calma, mentre continuava a sparare: “Lascia perdere ha le cuffie”.
Marta riprese anche lei a sparare commentando a voce bassa “..idiota.. ti farai ammazzare..”
Zinco si voltò di scatto trovandosi davanti ad uno spettro alto quasi due metri, con una smorfia, fece intendere a se stesso che aveva capito la situazione in cui si trovava, poi si allontanò con un passo indietro ed una capriola.
Le ragazze continuarono a fucilare quel bestione, mentre Zinco si faceva rincorrere, evitandolo ogni volta con facilità; ci vollero molti colpi prima che il suo corpo sfumasse in nebbia.

*****

“cosa provi?”.
Gianus riaprì gli occhi sentendo quella domanda, e vide gli occhi di E.l.o., occhi così profondi che aveva visto in pochi esseri umani, ricolmi di tristezza, avrebbero pianto se avessero potuto.. Gianus realizzò in quel momento, la ragazza che aveva di fronte non poteva avvertire il suo tocco, ne il suo calore. Tolse la mano dalla guancia rimanendo in silenzio.
E.l.o. ebbe un fermito, per un attimo le onde olografiche del suo corpo lasciarono intravedere degli errori..
“Che succede” chiese Gianus, accortosi della cosa.
E.l.o. si rese conto di un altro peso da sopportare: “Devo tornare nel Rigeneratore.. mi serve per sopravvivere..” poi riprese la sua forza d’animo. “Dobbiamo trovare una via per il piano di sopra”, detto questo, si incamminò sul bordo del fiume; Gianus la seguì.
Dopo molti minuti di cammino, trovarono una galleria, con delle scale che salivano, molto larghe, ricavate dal terreno; la imboccarono.

*****

“Quella maledetta sgualdrina!” Pensò indispettita la Sacerdotessa, guardando la sfera di cristallo impolverata che stava davanti a lei; “che razza di spettro è?.. mi ha giocato!” non potendo toccare la sfera, cercava di acuire lo sguardo per penetrare la polvere, “ maledetta! Ti verrò presto a fare visita.

*****

La Matrice è un oggetto magico, di forma solitamente circolare oppure ovale, appiattita. È fatto di materiale trasparente, che ricorda il vetro al tatto, ma non può essere scalfito con nessun mezzo fisico. Qualsiasi persona, trovi la morte nelle vicinanze di una matrice, diventa uno spettro. Lo spettro più forte diventa custode della Matrice, e solo lui conosce l’unico punto debole della Matrice. Il punto debole di ogni Matrice è differente e anche distruggendola, gli spettri rimangono e bisogna comunque andare a cercarli uno per uno. Noi generalmente cerchiamo i “punti caldi” tramite un satellite, poi andiamo sul posto, prendiamo contatto con il custode e poi distruggiamo la Matrice, o la requisiamo se non sappiamo come distruggerla.
“ e sai cosa!? .. siamo arrivati”. concluse il discorso E.l.o.
I due erano giunti ad una grotta circolare, molto spaziosa, completamente vuota; Gianus direzionò la sua torcia elettrica scandagliando ogni pertugio, fino a notare una botola di ferro sul soffitto, ad almeno sei metri da loro. “sai volare?” Chiese sarcasticamente.
“No, e tu credi in qualche divinità?”. Rispose lei.
“In realtà credo che ci sia qualcosa.. ..forse fra pochi minuti ci aiuterà..”
E.l.o. fece una risata. “sei.. particolare, ti confesso che se fossi umana..”
Gianus: “..cosa?”
E.l.o. continuava a sorridere guardandolo.
Del trambusto che proveniva dal piano di sopra attirò la loro attenzione.
Videro uscire la Sacerdotessa-Spettro dal soffitto, con un ghigno sadico, e gli occhi saturi d’ira, si avventò su E.l.o. affondando le sue dita appuntite nel suo petto.
Gianus osservava impotente, il volto di E.l.o. ora sofferente.. gli spettri potevano farle male! Un rumore metallico attirò la sua attenzione, dalla botola sul soffitto scese rapidamente un fascio di luce bianco intenso, che investì in pieno le combattenti, accecando Gianus.

*****

Era già qualche minuto che Zinco trafficava con quella botola sul pavimento, aveva guardato anche nello zaino rubato, per trovare eventuali oggetti che lo aiutassero, ma aveva trovato solo bombolette spray per graffiti. Ad un certo punto si pronunciò: “Ho quasi fatto”, le ragazze stavano in attesa, fumando già la quinta sigaretta, erano così esasperate e stanche che si trovarono completamente impreparate di fronte a quello che videro. La Sacerdotessa di Raruk-Nalas uscì dal muro guardandole con aria minacciosa e superiore, si voltò verso Zinco, che si stava già allontanando dalla botola. Diresse sulla botola e la trapassò.
“E’ un custode! Ci servono le lenti per i fasci di luce”, ordinò Sesta, cercando freneticamente nello zaino. “e tu apri subito quella Cazzo di botola!.. la facciamo fuori quant’è vero Dio!”

*****

Di nuovo nell’androne principale della Cattedrale, stanchi, ma con passo sostenuto, i cinque amici procedevano verso l’uscita.. gruppi di spettri li seguivano e anticipavano mostrandosi fugacemente.
Sesta fermò il passo: “aspettate, dobbiamo recuperare la Matrice, e distruggerla subito, altrimenti un nuovo custode verrà fatto”.
“è nel rosone” spiegò E.l.o. alzando lo sguardo.
Un Sasso andò a finire contro il rosone di vetro colorato della navata centrale dell’edificio, producendo un foro pressoché tondo.
“Non potremmo accontentarci di averlo.. e lavorarcelo con calma” disse Gianus, ammirando l’esito del suo lancio.
Un altro sasso forò il rosone.“Se ce lo portiamo con noi intatto ..” disse Zinco “tutti questi spettri lo seguiranno fino in città, creando panico, morti e.. altri spettri”
Dopo aver tirato, Marta ricontrolla il display del fucile. “dovremmo farli fuori tutti, ma.. le armi sono troppo scariche”
Un altro buco sul rosone. “Come Cazzo si distrugge Elo?”
“Con il fuoco”.
Un rumore assordante esplose per tutta la navata centrale: cadendo per otto metri, il rosone di vetro si infranse sul pavimento, producendo molti proiettili vitrei che si sparsero per tutto il pavimento.
Sesta, guardando la scena di luccichii sul pavimento riflettè a voce alta: “e dove Cazzo lo troviamo il fuoco..”

*****

Zinco e Gianus, cercavano tra i frammenti più grossi dei vetri, E.l.o. stava seduta sul terreno, immobile, pensierosa, cercando di mantenersi più energia possibile per assicurarsi il rientro a casa. In piedi, ai fianchi dei tre, Marta e Sesta sparavano, avare di colpi, per tener lontani spettri che si avvicinavano attirati dal rumore del rosone distrutto.
“E’ questo?” Gianus alzò al cielo l’oggetto che aveva trovato: un tondo di vetro che sembrava ritagliato anziché rotto.
Gli spiriti continuavano ad avvicinarsi, creando un girotondo spettrale che si muoveva attorno al gruppo stringendo il cerchio sempre di più; Uno di loro, di statura molto più alta degli altri, uscì dal vortice precedendo gli altri e avvicinandosi al gruppo.
“cerchiamo di scappare, non possiamo distruggerlo” propose Marta, sparando un colpo sul gigante.
“Altamente infiammabile” lesse Zinco sulla bomboletta spray che aveva preso dallo zaino; Gianus gettò allora la Matrice ai suoi piedi e si diresse convinto contro lo spettro alto che ora era pericolosamente vicino.
“Ma che fa!! ..pazzo!” le ragazze aprirono una pioggia di colpi sul gigante bloccato da Gianus.
Zinco, estratto l’accendino, e provveduto ad alzare l’erogazione, fece saltare anche il ferretto, per aver più fiamma.. per non bruciarsi. Incrociò allora il getto dello spray con la fiamma, producendo un getto di fuoco sulla Matrice. Dopo una manciata di secondi la Matrice esplose, accecando e assordando tutti.

*****

“..Marta..”
“… Marta …”
La voce bassa di E.l.o. risuonava nelle sue orecchie già da un po’.
“..mmh.. che cazzo vuoi Elo.. io non sono Marta”. Sesta aprì gli occhi, e si rese conto subito di tutto. Era svenuta, e anche tutti gli altri, si mise a sedere e li chiamò uno per uno, Gianus non si alzò, il suo corpo era immerso in una pozza di sangue, privo di ogni movimento. Sesta allora si voltò verso E.l.o. e la vide sdraiata, il suo corpo stava già cominciando a compenetrare il terreno, i vestiti erano anch’essi appiattiti a terra, senza più nulla che li riempisse. La ragazza sembrava sofferente, affaticata, il suo corpo olografico non emulava neanche più il respiro. Sesta, Marta e Zinco si sedettero attorno a lei.
“non ti preoccupare Elo, tornerai come nuova”.
La ragazza si sforzò: “..non mi sono.. mai.. spenta prima di oggi.. che.. che.. succederà?”
Marta aveva gli occhi lucidi, e Zinco lo sguardo basso.
Continuò Elo: “..perderò la memoria..” li guardò tutti. “mi.. dimenticherò di voi..”

“…non voglio spegnermi…”


*****

Fuori c’era un bel sole , dalla finestra illuminava tutta la stanza ed esaltò subito la lucentezza degli occhi di Elo; ancora con sguardo assonnato, la ragazza si voltò verso la finestra, strusciando tra le candide, leggere lenzuola, e abbracciando il cuscino. Non mi sembra vero, pensò, Si sentivano i cinguettii degli uccellini dalla finestra aperta, rimase ad ascoltare per un po’, poi si mise di scatto a sedere sul letto e allungò la mano fino al comodino, per prendere in mano il bicchiere. Non aveva sete, la sua esigenza era di sapere se poteva toccare il bicchiere…
Non fece in tempo a toccarlo, la porta si aprì di scatto attirando l’attenzione su di se.
Elo ebbe un attimo di esitazione.. “Gianus?”
Gianus si avvicinò al letto, sorridendo. “ciao.. come stai?”
Elo si sdraiò e si contorse nel letto con atteggiamento ammiccante, osservando Gianus sedersi sul letto, lui le portò di nuovo la mano sulla guancia e la accarezzò.
Il suo tocco era fisico, Elo sentiva le sue dita, il tocco delicato che dalla guancia arrivava fin dietro l’orecchio, e scendeva sul collo, per poi risalire dal mento e fermarsi sulle labbra. La carezza si trasformò in abbraccio. Ed Elo produsse un effetto per la quale non era stata mai programmata. Lacrime olografiche.

AUTORE - GABRIELE MONTAGNANI

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Alcune ripetizioni, molte maiuscole di cui non ho colto il senso.
Il mondo mi ricorda quello di Fallout, nonostante non sia molto ben delineato.
L'idea della ragazza olografica mi e' piaciuta molto!
Fa parte di un progetto piu' ampio?

Anonimo ha detto...

pulito e incisivo, magari avrei preferito una delineazione più profonda dei personaggi, ma ho comunque trovato l'opera assai piacevole nella lettura. Che dire di E.L.O ? ...mi é parsa molto bella l'idea della ragazza perfetta e irraggiungibile nelle vesti di un ologramma !
PS: La descrizione di Janus direi calza a pennello con l'autore, sarà un caso ? :P

Anonimo ha detto...

Bello e "strano", forse un po' troppo lungo, quando leggi ti perdi un po', però l'idea dell'ologramma è vincente! Me la immagino come Catwoman...

Anonimo ha detto...

Mi è piaiuto parecchio, ci sono un sacco di idee interesanti. Non l'ho trovato nemmeno troppo lungo, secondo me la storia voleva uno sviluppo del genere. A me ha ricordato una versione un po' più ironica di Ghost in the shell, comunque la sensazione che tu ti sia ispirato come stile a fumnetti/cartoni giapponesi è molto forte. Complimenti ancora.

Anonimo ha detto...

PER ME è SPLENDIDO!

Anonimo ha detto...

Il racconto è molto particolare e si avverte una forte influenza del mondo dei manga. Mi sono piaciute molto le descrizioni che fai dei personaggi, anche se, personalmente, avrei dato più spazio alle descrizioni dell'ambiente in cui si contestualizza la storia. Nel complesso è scorrevole come scrittura, tranne la prima parte dove c'è qualche esclamazione di troppo che smorza completamente le descrizioni e che diventa grammaticalmente scorretta.
Quando ne scrivi un'altro?