11 ottobre 2006

LA NONNINA

Alla piccola Rosi, dalle lunghe treccine, hanno sempre detto che la nonna era molto stanca che stava poco bene. Le è sempre stato tassativamente vietato di salire al secondo piano della casa, dove giaceva nel suo lettone la nonna. Tutte le sere i genitori di Rosi le portavano da mangiare, salendo lentamente quegl'interminabili scalini scricchiolanti. La piccola Rosi non l'aveva mai vista ma la sentiva canterellare una ninna nanna, con quella vocetta soffocata che tanto la spaventava.
Ogni qualvolta che i suoi genitori le intimavano di non salire, questi assumevano un'espressione severa. Non volevano in alcuna maniera che si spingesse al secondo piano, nella cameretta della nonna.

La prima occasione Rosi non se la fece sfuggire. Con quell'incoscienza che è di tutti i bambini di cinque anni, sali' di sopra mentre i genitori erano occupati in altre faccende. Fece gli scalini uno ad uno aggrappata alla ringhiera, e percorse il corridoio in penombra con passettini felpati senza farsi sentire. Si arrestò dinanzi ad una porta robusta, da cui proveniva nitida una cantilena infantile.
D'improvviso la vocetta la chiamò per nome. La bambina sorridente girò la maniglia ed entrò dentro. In mezzo alla cameretta ben arredata, legata al lettone con delle cinghie c'era la nonna. Solo le braccia le era consentito di muovere. Oscillando perennemente la mandibola come in una sorta di rito, era intenta a fissare la nipotina, con quei suoi occhioni vuoti . Era per quella malattia debilitante che la costringeva all'immobilità da molto tempo che la sua faccia si contorceva in maniera tanto buffa. Appoggiata su un mobiletto lì a fianco, una bamboletta nera infilzata da una miriade di spilli.
La nonna a stento cercò di allungare la mano raggrinzita in direzione di Rosi, chiamandola a sé, e contemporaneamente iniziò ad intonare la stessa ninna nanna di prima. La bambina non più di tanto sorpresa, fece qualche passo in avanti continuando a sorridere. Accostò la sua manina su quella della nonna che gliela strinse forte, molto forte.
La nonna con un sussulto si alzò dal lettone strappando le cinghie, afferrando violentemente Rosi per i capelli e trascinandola a sé, verso le sue labbra violacee. La bambina non ebbe il tempo di strillare che rimase succube del bacio crudele della nonna.
La porta si chiuse pesantemente alle loro spalle.

Un silenzio assoluto pervase i muri di tutta la casa che era abituata ad ascoltare le voci di due generazioni diverse ma che in futuro sarebbero divenute un tutt'uno.

La porta si aprì lentamente e Rosi uscì fuori. La mandibola le tremava vistosamente come se avesse un tic, ma ciò non le impedì di canterellare la sua ninna nanna. In grembo teneva la bambola nera priva di tutti gli spilli, mentre alle spalle si scorgeva il corpo senza vita della nonna.

AUTORE - CHRISTIAN MARCHI

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Racconto carino.
C'è qualche refuso e a volte la foma è un po' legnosa e poco scorrevole. Cerca magari di trsmettere più sensazioni e usare dei sinonimi ;-)

Anonimo ha detto...

Il racconto non è male, ma complessivamente nel suo procedere per immagini risulta un po' piatto. Io ti consiglierei i cercare di vivificarlo un po'. A parte qusto confermo che dovresti stare attento a qualche refuso.

Sara ha detto...

L'idea non è male ma l'azione si svolge talmente in fretta da non riuscire a far accumulare sufficiente suspence nel lettore.
Qualche descrizione in più a mio avviso darebbe maggior respiro ed effetto a tutto il racconto.
I tempi verbali sono un po' mutevoli, credo sia meglio unificarli o tutti al presente o tutti al passato.